Il recupero delle aree di cava rappresenta un processo integrato alla programmazione dell’attività estrattiva, che provoca un segno evidente sul territorio, con modifiche del paesaggio e della trasformazione dell’uso del suolo, e costituisce la naturale conclusione del percorso rivolto a salvaguardare e mitigare gli impatti provocati dall’attività e creare un luogo con destinazione d’uso funzionali al sistema paesaggistico.
Un progetto di qualità, oltre a comportare un bilancio di sostenibilità, deve presentare una connessione con il contesto ambientale, partendo dall’analisi del territorio.
Le opere di sistemazione e ripristino prevedono diverse destinazioni finali, tra cui:
– Creazione di oasi naturalistiche, ripristinando le condizioni ambientali esistenti prima dell’attività di cava e dell’azione dell’uomo sul territorio, con percorsi di osservazione;
– Destinazione a scopi sociali: insediamenti sportivi, piste ciclabili fluviali;
– Realizzazione di nuove infrastrutture stradali;
– Creazione di bacini artificiali per lo stoccaggio di acqua per l’irrigazione e casse di espansione per la laminazione delle piene;
– Formazione di laghi destinati alla pesca sportiva, nelle coltivazione in falda affiorante;
– Aree interrate per nuovi impianti di lavorazione con diminuzione dell’impatto ambientale.